L’atleta conselvana Cristiana Bovo, ha conquistato il terzo gradino del podio in occasione del 18° Campionato del Mondo di Paraski, valevole anche come tappa di Coppa del Mondo e Campionato Italiano Assoluto, tenutosi dal 31 marzo al 2 aprile in località Aprica (SO). Un prestigioso traguardo in uno sport veramente complesso che combina il lancio dall’elicottero col paracadute per atterrare il più vicino possibile sopra ad un bersaglio di 2 cm posto sopra un materasso inclinato, più una gara di due discese slalom gigante.
Al campionato erano presenti 40 atleti e 7 nazioni tra cui la Nazionale Italiana e l’Esercito Italiano. Pochissimi atleti al mondo sono in grado di competere in questa spettacolare e durissima specialità, fra questi si possono contare al momento solo 8 donne. Cristiana, quando pratica il paraski, non ha paura delle vertigini. Le “altezze” ha imparato a governarle. Un poco alla volta, nuotando tra le nuvole ma avendo i piedi ben piantati in terra. All’origine era una passione: abbandonarsi al vuoto e trovare l’equilibrio in questo. Una sfida con se stessa prima che con la forza di gravità. Poi quella passione - allenata nel tempo - è diventata il lasciapassare per scoprire una disciplina affascinante che racchiude due discese di slalom gigante con gli sci e sei lanci di precisione, il tutto in montagna a circa 2000 metri di altitudine.
La sua storia, racconta il raggiungimento di un traguardo, personale e collettivo: “In realtà nel Paraski si gareggia in quattro per gli uomini e in due per le donne – spiega Cristiana -. Conquistare un terzo posto assoluto al Campionato Italiano e di squadra in Coppa del Mondo di Paraski è sinonimo di grande soddisfazione, almeno per quello che mi riguarda, in quanto questo sport ho iniziato a praticarlo a 46 anni, grazie al mio istruttore di paracadutismo Alessandro Di Prisco. Quando sono partita per affrontare questa tappa del Campionato del Mondo in una straordinaria location, ad Aprica, in provincia di Sondrio, non nascondo che ho avuto molto timore e una buona dose di paura di non farcela, nonostante avessi sulle spalle un’ottima preparazione fisica e mentale.
Come si svolge il Paraski?
Le squadre sono composte da 4 atleti che dopo aver svolto le due manches di slalom gigante, si lanciano dall'elicottero a una quota di circa 1000 mt dal suolo, questi devono aprire il paracadute a 4 quote diverse per non ostacolarsi e quindi eseguire un circuito codificato per poi atterrare uno dopo l'altro su un bersaglio elettronico dal diametro di 2 centimetri. Bersaglio posto in un pendio inclinato tra i 25 e 35 gradi, ed essendo in quota montana, l'aria è più rarefatta quindi il paracadute è meno sostentato e perciò le difficoltà di conduzione della discesa aumentano; vince chi fa i migliori tempi e totalizza meno centimetri di errore.
Nel paraski, c’è una prevalenza maschile, rispetto a quella femminile. Ci spiega?
In questo sport, dove la presenza maschile è molto più diffusa, è semplice far capire che noi donne possiamo misurarci con qualsiasi cosa, basta essere preparate. E’ importante sottolineare però un aspetto: nel paraski non c’è una differenziazione tra uomo e donna perché tutti gli atleti sono tenuti a raggiungere gli stessi obiettivi agonistici. Per affinare la tecnica di questo sport, esiste un allenamento di base, che inizia dai primi due anni di formazione che sono uguali per tutti. Ti insegnano come ti devi muovere, come colpire assieme a tutti gli altri aspiranti atleti lo stesso bersaglio, come atterrare con il paracadute, come chiuderlo e come conoscere l’intensità del vento. Tutti devono muoversi uniformemente e sulla stessa lunghezza d’onda. Banalmente, dopo aver compiuto un salto, mi sono subito innamorata di questa disciplina e, dopo poco, ho iniziato a frequentare il corso di formazione teorico e pratico. In un mese e mezzo sono partita. Il paraski è uno sport che ti restituisce tanto e ti insegna a diventare padrone di te stesso, Nonostante la mia impulsività, ho imparato a gestire meglio le situazioni, anche quelle più difficili da affrontare. Per questo motivo vorrei che il paracadutismo sportivo, declinato in tutte le sue discipline, fosse maggiormente praticato dalle persone e in particolare dalle donne perché restituisce loro un tale gioia e consapevolezza che nessun altro sport offre.
E l’emozione di “cadere” con il paracadute, toccare le nuvole?
Le nuvole non sono un problema, quando ci entri dentro si balla un po’ e a volte ci si bagna. L’importante è non perdere la visibilità e l’assetto. Non si svolazza nel vuoto, per questo preferiamo dire ‘saltare’. Il volo è un concetto un po’ romantico.
Che ingredienti bisogna avere per eccellere in questo sport?
Bisogna avere freddezza, determinazione e coraggio ma soprattutto costanza e impegno.
Le prossime gare?
Sarò ai Campionati Italiani a Thiene; Mi piacerebbe ritornare a casa con una medaglia. Ce la metterò tutta, per conquistare il miglior risultato possibile.
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