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Alvise Toniolo, quando il karate è quasi tutto

10 Novembre 2022 - 09:53

 

Roberto Turetta
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Roberto Turetta

Nel karate c’è un astro che comincia a brillare. Quell’astro si chiama Alvise Toniolo ed è un ragazzo classe 2007 che abita a Mottinello di Galliera Veneta. Con il suo kimono ha preso parte alla spedizione della nazionale italiana ai mondiali di categoria a Konya, in Turchia, dal 26 al 30 ottobre. E pazienza se il suo cammino nella competizione si è fermato di un soffio al terzo turno, il suo percorso agonistico dice comunque molto su di lui. 

«Cintura nera primo dan, ha alle spalle oltre 30 gare di kumite (combattimento, ndr), vittorie prestigiose nella Youth League di Parenzo, nell’Istria croata e nei campionati nazionali –spiega Niki Mardegan, suo preparatore atletico nonché istruttore in forza alla Sport Target di Castelfranco Veneto, dove Alvise è tesserato-. Del resto l’ho sempre visto pieno di energia e di talento, dopo tanto tempo con noi». 

Alvise ha iniziato a soli cinque anni. Racconta il giovane atleta: «E’ stato mio nonno a incoraggiarmi a iniziare. “Devi imparare a difenderti” mi diceva. Target aveva una filiale a Cittadella e da là è partito tutto». Si può dire un vero e proprio colpo di fulmine. «Mi piacque subito l’ambiente, le attività da fare, l’ordine, gli istruttori. Il karate è per me imprevedibilità, capacità di gestire l’ansia e di fare la cosa giusta al momento giusto. Non mi sono più fermato, neppure quando si è trattato di allenarsi a Castelfranco».

Per alcuni anni ha pure accompagnato l’arte marziale alla pratica natatoria. «I miei fratelli e sorelle avevano tutti fatto nuoto. Quando però non fu più possibile portare avanti entrambi, feci la mia scelta. Per fortuna tutta la mia famiglia mi ha sempre supportato, portandomi agli allenamenti». Da quando è divenuto agonista, le sedute sono almeno cinque a settimana. «Tutte differenziate: a volte un’ora e mezza, a volte due ore, a volte una doppia seduta dove prima pratico le tecniche di combattimento e poi uso gli attrezzi della palestra». La struttura di Target a Castelfranco è infatti molto attrezzata, perché oltre alle sezioni di karate comprende judo e fitness. Senza questa preparazione, del resto, non sarebbe arrivato ai traguardi attuali.

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«Ci sono state soddisfazioni e delusioni, ma alla fine sono contento di quanto ho fatto. Mi sento migliorato anche nel carattere. Quando per esempio entro nel tatami per i combattimenti, il tappetino delle competizioni, non sento più la tensione e l’ansia da prestazione: l’importante è dare il meglio di se stessi sapendo che si può vincere o perdere. Ai mondiali ero pure in vantaggio per 4 a 1 contro uno dei grandi favoriti del torneo, poi due miei errori nel finale hanno decretato la sua vittoria». Nel tipo di competizione da lui disputata c’è infatti un unico round da due minuti, con colpi controllati che valgono un tot di punti.

Quanto al futuro, Alvise ha già le idee chiare. «Vorrei proseguire sulla strada delle arti marziali a livello professionistico, per esempio entrare nell’esercito sulle orme di Mattia Busato». In ogni caso, non è l’unica strada possibile. «Se così non sarà, sono propenso al percorso professionale di mio padre: lui è meccanico di autobus, mi piace molto il suo lavoro. A scuola studio meccanica in un istituto professionale a Bassano del Grappa e al momento sta andando bene».

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