
L'ultra runner Paolo Venturini pronto per una nuova impresa
Giancarlo Noviello
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L’uomo di ferro è pronto a stupire ancora. Un’altra ultra impresa mondiale attende l’ultramaratoneta padovano Paolo Venturini, che a quasi 54 anni, ha la grinta di un ragazzino e non si lascia fermare da nulla. Fibra, esperienza e carattere a caccia di un’altra impresa mondiale.
Il 20 gennaio 2019 il poliziotto delle Fiamme oro di Padova era riuscito a percorrere 39 chilometri e 120 metri alla temperatura di -52,6° C, nella Repubblica di Sacha Yakutia, in Russia, il luogo abitato più freddo del mondo. Ora ci riprova con un nuovo progetto denominato “Bajkal Infinity Ice”, un tentativo di record sportivo mai realizzato prima: correre sopra la superficie ghiacciata del Bajkal per oltre 640 chilometri, in un luogo considerato il simbolo della natura russa, patrimonio mondiale dell’Unesco.
L'obiettivo del progetto non è solo quello di stabilire un record sportivo, ma anche di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sui problemi dell'ecologia e della protezione ambientale e sugli effetti dannosi del cambiamento climatico nelle parti più diverse del pianeta. Il cambiamento climatico sta assottigliando lo strato di ghiaccio su questo lago, il più grande bacino d'acqua dolce del mondo, per cui tra qualche anno l'impresa che Venturini sta programmando non sarà più praticabile.
“L’impresa è molto complicata - ha spiegato l’ultrarunner - sotto tutti gli aspetti, dal clima, visto che le temperature varieranno dai -25°C ai -45°C, al dover contrastare l’effetto windchill dei fortissimi venti siberiani. Sarà necessario organizzare una logistica che nessuno ha mai pensato prima. Mi preoccupa il recupero muscolare, in quanto la durata della sfida, sarà lunghissima”.
Nei 'giorni della merla', l’atleta padovano, ha scelto l’altopiano di Asiago per effettuare il primo test ufficiale in preparazione dell’impresa. L’atleta padovano realizzerà un film documentario che racconterà tutto il progetto, mostrando anche l’Altopiano di Asiago.
“Ho corso una decina di chilometri sulla superficie ghiacciata del lago Lonaba di Roana. L’intento è stato quello di testare i materiali ed approfondire la conoscenza della corsa sul ghiaccio. Sì perché contrariamente a quello che si pensa il ghiaccio non è una superficie liscia come una pista di pattinaggio, ma è sconnesso, instabile, con increspature e avvallamenti. Tutto questo mette alla prova tendini e muscolatura, facendo aumentare i consumi energetici e la fatica”. Terminato l’allenamento, per ricordare il record siberiano, Paolo è voluto salire a quota 1.200 slm in quella che è denominata la “Finlandia d’Italia”, ovvero la piana di Marcesina, uno dei luoghi dove si raggiungono le temperature più rigide della Penisola. Qui a causa di un fenomeno meteorologico molto simile a quello che crea l’anticiclone siberiano russo, grazie al ristagno d’aria, all’innevamento e al cielo terso, all’interno delle doline della piana (grandi avvallamenti simili a depressioni), l’inversione termica fa’ precipitare il termometro fino a -40°C.
Venturini lo scorso settembre è stato nominato Goodwill Ambassador per il Northern Forum, primo rappresentante italiano a far parte dell’organizzazione dei Paesi che si affacciano al mar glaciale Artico.
“A marzo mi recherò nuovamente sul Bajkal per organizzare una sorta di “prova generale” – conclude - Ci sarà poi un ulteriore sopralluogo nella prossima estate e se tutto andrà bene, la corsa verso l’ignoto del Bajkal, è in programma per marzo 2023”.
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