Il Baskin, lo sport inclusivo per eccellenza (il cui nome deriva da “basket” ed “in” integrato), è protagonista questa sera, 10 gennaio 2023, alle ore 20.15 su Rai3, dopo Blob (ma fruibile, in seguito, su Rai Play).
Se ne parla nella seconda puntata della seconda edizione (a oltre 5 anni dalla prima) di “Caro Marziano”: la trasmissione ideata da Pif (con Luca Monarca) e condotta con la consueta affabilità. Prodotta per Rai Cultura, racconta il presente a chi verrà in futuro. Brevi reportage pensati per poter essere visti da un ipotetico abitante di un altro pianeta: storie attuali e senza tempo, storie che hanno risonanza nazionale o che, nascendo in un contesto marginale, fotografano comunque la contemporaneità. Ogni finale di puntata raccoglie, inoltre, i messaggi dei protagonisti da fare arrivare appunto al marziano…
Oggi si racconta il Baskin o "basket integrato". Uno sport per tutti, ma per tutti insieme: maschi e femmine, disabili e normodotati; dove si vince e si perde ed ognuno contribuisce per quel che sa (e può). Uno sport a tutti gli effetti e raro esempio di vera integrazione. L'autore televisivo e regista cinematografico siciliano Pierfrancesco Diliberto, a settembre è stato nella nostra provincia: ad Este dove si disputava un torneo quadrangolare tra squadre venete compresa Baskin Redentore, nata a Este nell'omonimo Patronato in collaborazione con Irea.
Il Baskin Padova: oltre 80 atleti
Nel Veneto questa disciplina è particolarmente apprezzata ed inizia a diffondersi capillarmente grazie ai due campionati Sperimentale e Senior. La storia del Baskin Padova, realtà che conta ora oltre 80 atleti e una prima squadra, ribattezzata “Glory Days”, che ha raggiunto negli anni scorsi anche le Finali nazionali, è iniziata nell’ottobre del 2016 ad opera di tre “volti noti” nel mondo del basket e minibasket cittadino: Monica Luchetti, Elena Sessi e Massimo Caiolo. «Ad oggi, siamo la prima realtà che propone un Baskin junior dedicato alla fascia di adolescenti dai 12 ai 16 anni – spiega Caiolo, coach di grande esperienza oltre che presidente dell’Asd Run&Jump - L'obiettivo è “intercettare” i ragazzi e le ragazze che abbandonano lo sport. A 15 anni, quando la scuola diventa più impegnativa ed arrivano altre esperienze, si verifica il crollo delle attività: i ragazzi smettono di andare in palestra e giocare. C'è un abbandono fortissimo (il cosidetto "drop-out sportivo", ndr). Il baskin, avendo un gradino di accesso molto immediato e potendo coinvolgere qualsiasi livello di abilità, intercetta molti ragazzi e tra questi anche chi è più in difficoltà di noi: ci si può sentire utili».
Negli ultimi anni però, come detto, Baskin Padova non è rimasto solo. Per “gemmazione”, infatti, sono sorte altre realtà tra Padova (persino in una società storica come il Petrarca!) e provincia: a Noventa, Roncaglia ed appunto Este.
Cos'è il Baskin
E' una disciplina relativamente nuova, nata a Cremona in un contesto scolastico dalla collaborazione tra genitori e professori (sia di educazione fisica che di sostegno). Nel 2006 è nata l’Associazione Baskin onlus che ne costituisce il riferimento. E' ispirata al basket ma con caratteristiche particolari e governata da un regolamento di 10 regole che valorizzano il contributo di ogni giocatore all'interno della squadra, conferendo al tempo stesso al gioco grande dinamicità ed imprevedibilità.
Uno sport, dunque, pensato per permettere a giovani normodotati e disabili (con qualsiasi tipo di disabilità, fisica e/o mentale) di giocare nella stessa squadra (ragazzi e ragazze).
Il regolamento del baskin adatta:
1) il materiale, con l'uso di più canestri (due normali ed altrettanti laterali più bassi) e la palla che può essere sostituita con una di dimensioni e peso diversi;
2) lo spazio, con zone protette per garantire il tiro nei canestri laterali;
3) le regole, dato che ogni giocatore ha un ruolo definito in base alle sue competenze motorie (e di conseguenza, anche un avversario diretto dello stesso livello), ruoli numerati da 1 a 5 con regole proprie;
4) le consegne, data la possibile assegnazione di un tutor. I ragazzi normodotati beneficiano di questo percorso: imparano a inserirsi ed organizzare un gruppo che vede al suo interno gradi di abilità differenti. Sviluppando pertanto nuove capacità di comunicazione (mettendo in gioco anche la loro creatività) ed instaurando relazioni affettive anche molto intense.
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