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Martina Favaretto, l'oro mondiale della scherma a squadre firmato Antoniana

03 Agosto 2023 - 09:39

 

Roberto Turetta
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Roberto Turetta

L’Italia della scherma è tornata ai massimi livelli con i recenti ori ai Mondiali di Milano che si sono conclusi il 30 luglio. Una parte di questo risultato è il frutto di un lavoro compiuto nella nostrana San Giorgio delle Pertiche, perché negli spazi della società Antoniana si allena Martina Favaretto. L’atleta classe 2001, residente a Noale ma in forza all’Antoniana da qualche anno, è infatti salita più volte sul podio per la specialità fioretto: bronzo nelle individuali, oro nella parte a squadra con le compagne Arianna Errigo, Francesca Palumbo e Alice Volpi. E a questo si aggiungono i successi ottenuti nei precedenti Europei a Plovdiv in Bulgaria, con un argento per le individuali e un altro oro per le gare a squadre.

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«Sono molto soddisfatto, perché significa non soltanto la parte finale di una crescita fisica ma anche e soprattutto mentale – commenta Mauro Numa, presidente e fondatore di Antoniana Scherma, nonché suo allenatore e mentore-. Ho visto che ha acquisito fiducia e consapevolezza dei propri mezzi, trasformandoli in un’arma in più nelle grandi competizioni. Ha fatto una stagione grandiosa se includiamo i primi posti di Coppa del Mondo al Cairo e a Tbilisi. Questo, nonostante le difficoltà iniziali e qualche imprevisto nel bel mezzo del cammino».

Soddisfazione ed orgoglio anche per la pluricampionessa che tuttavia non perde l’umiltà e la gentilezza che la contraddistinguono. «E’ stato davvero un bell’anno dal punto di vista agonistico –precisa la Favaretto -. E dire che era partito con qualche acciacco fisico che mi ha un po’ limitato. Poi pian piano ho recuperato. Gli esercizi fatti in continuazione con Numa e gli altri preparatori sugli ultimi metri (la cosiddetta sesta pedana), come pure sulle abilità, sono stati molto utili. Poi c’è stato il lavoro con lo psicologo dello sport per imparare a contenere l’ansia: sento di aver fatto molti passi avanti, perché mi ha insegnato a visualizzare gli obiettivi e mettere da parte la paura una volta in gara. Adesso posso dire di aver superato pure qualche timore reverenziale di troppo, visto che ero sempre la più giovane».

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Il buon rapporto con la compagne nazionali ha fatto il resto. «Mi hanno accolto benissimo, mi sembra di stare una famiglia – ha continuato - Certo, c’è sempre un po’ di competizione perché il mio è uno sport in cui si gareggia singolarmente. Ma tra noi c’è rispetto e benevolenza, nonché la convinzione di potercela fare vistala nostra preparazione e la tradizione dell’Italia».

Proprio a Errigo si è arresa nelle individuali del Mondiale di Milano. La sua maggiore esperienza ha fatto la differenza. Ma è stata una gara combattuta, sono comunque contenta. In altre occasioni, come gli individuali agli Europei, si è messa di mezzo la sfortuna. «Ho dovuto ritirarmi in semifinale per dei crampi successivi a un’influenza, peraltro contro un’altra italiana. Peccato». In compenso è arrivato il bronzo finale ex aequo. Ora però è arrivato il momento di staccare. «Ho davanti un mese di vacanza: ci voleva dopo tutti questi impegni. Poi a settembre si riparte, sempre con tanta programmazione».

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