Con il diabete si può vivere una vita normale e praticare sport a qualsiasi livello. E’ questo il messaggio che il calcio dilettanti veneto lancerà domenica prossima, 20 novembre, a tutte le persone che convivono con questa malattia, in particolare ai bambini e ai ragazzi. Gli arbitri e i giocatori delle prime squadre giocheranno indossando una fascia che riporta il logo della Giornata Mondiale del Diabete. Prima del fischio d’inizio delle partite verrà inoltre letta agli spettatori la testimonianza di un atleta quindicenne affetto da questa patologia.
L’iniziativa, presentata a Marghera, nella sede del Comitato Regionale Veneto FIGC-LND, ente promotore con l’Associazione Giovani e Diabete di Verona Onlus, si intitola “In campo con il mio diabete” e rientra in un ampio progetto diretto a diffondere una maggiore conoscenza sul diabete, in particolare quello di tipo 1.
“Siamo sempre presenti quando si tratta di fare squadra con realtà che promuovono messaggi di valenza sociale – ha dichiarato il presidente del Comitato Regionale Veneto FIGC-LNDGiuseppe Ruzza – Questo progetto ci è piaciuto immediatamente e ci siamo buttati a capofitto nell’organizzazione, per la quale devo ringraziare le delegazioni territoriali che stanno profondendo un grande impegno in questi giorni”. Un progetto che racchiude in sé, non solo la volontà di sensibilizzare su una malattia oggi molto diffusa, ma anche l’intenzione di concepire l’attività sportiva come uno strumento di promozione di valori, in primis quello dell’inclusività. “Lo sport non è solo la gioia per una vittoria o l’amarezza per una sconfitta – ha continuato Ruzza – Lo sport è in grado di trasmettere valori. I nostri campi devono essere aperti a tutti, ai bravi e ai meno bravi, a chi è sano e a chi ha dei problemi di salute. Non dobbiamo avere paura di affrontare situazioni complesse, anzi, dobbiamo aiutare i ragazzi che vivono delle difficoltà”.
Su questa linea anche Fabiano Marra, presidente dell’Associazione Giovani e Diabete di Verona onlus impegnata in varie iniziative di sensibilizzazione sul diabete, patologia autoimmune le cui complicanze possono essere gestite tanto meglio quanto prima viene effettuata la diagnosi. “Un ragazzo che soffre di diabete può fare tutto quello che fanno i suoi coetanei, sport incluso, ma deve sempre prestare attenzione a mantenere corretti livelli di glucosio nel sangue – ha precisato Marra – Il primo messaggio che vogliamo lanciare riguarda la diagnosi precoce: anche i bambini possono avere il diabete. Credo, inoltre, che sia importante promuovere una cultura della condivisione tra chi è affetto da questa patologia: informate gli altri sulla vostra condizione perché solo così sapranno come aiutarvi in caso di bisogno”. Il diabete può insorgere già nella prima infanzia e, come ricordato dal presidente dell’onlus veronese, è fondamentale riconoscerne i segnali, quali sete e minzione frequenti, per procedere quanto prima ad una diagnosi.
Presente all'incontro anche Elisa Bellotti, membro del Consiglio Direttivo dell’AGD di Verona e madre di due ragazzi diabetici, uno dei quali è stato l’ispiratore dell'iniziativa. “Tutto nasce dalla passione di uno dei miei figli per il calcio – ha ricordato Elisa Bellotti – Quest’anno è entrato in una squadra giovanile di livello regionale e il numero e l’intensità degli allenamenti sono aumentati, pertanto abbiamo dovuto modificare e integrare la sua dieta sotto consiglio medico”.
Una testimonianza preziosa che dimostra come praticare sport per un ragazzo diabetico non sia facile ma sicuramente sia possibile anche a livelli importanti. “Con la sua squadra abbiamo pensato che per la Giornata Mondiale del Diabete sarebbe stato bello realizzare un’iniziativa che desse visibilità agli sforzi compiuti da questi ragazzi – ha continuato Elisa Bellotti – Grazie alla disponibilità del Comitato Regionale Veneto questo piccolo sogno è diventato un progetto che è stato esteso a tutte le squadre regionali. Ai giovani che soffrono di diabete voglio dire di non mollare mai e di non pensare che la malattia sia un limite perché le difficoltà possono rendervi migliori”.
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