Il calcio, e i derby in particolare, hanno il potere di accendere l’entusiasmo di un popolo composto da gente diversa con in comune la sola fede calcistica. In questo caso, però, il derby è molto più di una sfida di calcio: qui in ballo c’è il senso di appartenenza alla propria città, alle proprie origini, alle propria terra. Che sia patavino o vicentino poco importa, la passione delle due tifoserie è uno dei messaggi più belli che il calcio, e in particolare quello locale, possa regalare. In un mondo del pallone fatto di business, sponsor, contratti faraonici e pay tv, un derby come quello tra i “biancoscudati” e i “magnagatti” rispolvera la magia dell’andare allo stadio con una sciarpa o una bandiera dai colori della propria città, un gesto così semplice ma che nel corso degli anni è divenuto sempre più nostalgico per via di un calcio che si evolve troppo in fretta.
Un Euganeo dalle grandi occasioni, con quasi 7 mila tifosi e il fascino di una sfida così sentita tra biancoscudati e biancorossi, ha fatto avvicinare i tifosi di casa alla propria città, quella che li ha visti nascere e crescere, quella che sa regalarti momenti indimenticabili. E i momenti che nessuno dimenticherà mai passano proprio da eventi del genere quando l’entusiasmo generale riaccende la fierezza delle proprie origini. Ben vengano i derby, ben venga un calcio genuino, ben venga l’entusiasmo delle persone per una partita che va oltre il calcio. In questo momento il calcio, e lo sport, ne hanno davvero bisogno. Diciamolo chiaramente: è stata una bella partita per il Padova, molto povera di emozioni e brutta per il vecchio Lane.
Il Padova che nella prima partita di campionato contro la Pro Vercelli aveva steccato, perdendo meritatamente contro la squadra piemontese, all’Euganeo ha ritrovato il primo successo proprio nella gara più sentita, battendo la corazzata di mister Baldini, che ha smarrito la propria identità di squadra, soprattutto in un derby così importante.
Per i primi 25-30 minuti il Vicenza ha provato a giocare in fase offensiva rendendosi anche pericoloso, ma nella ripresa il Padova è cresciuto di condizione e, grazie ai suoi giocatori più ispirati, Piovanello e Liguori su tutti, è stato difficile “rivedere” la squadra berica in campo, anche a causa di un pessimo terreno di gioco, al limite della “decenza”. Ma qui non ci sono alibi per nessuno, perché il Padova ha strameritato la vittoria, seppur in un campo pessimo.
Alla fine ha prevalso lo sport, con qualche sfottò dalle opposte tifoserie, con la tifoseria di casa che a gran voce ha scatenato tutta la propria rabbia sull’ex capitano Ronaldo, passato ai piedi del Monte Berico.
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