
Checco Camposampiero Rugby Asd: dai grandi ai piccoli tutti in campo con il cuore in mano
Monia Pasqualetto
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Si chiama “Checco Camposampiero Rugby Asd”. Checco sta per Francesco, uno splendido bambino prematuramente scomparso 14 anni fa. Il dramma più terribile che un genitore può vivere. Antonio Cavallin, papà di Francesco, l’ha provato sulla sua pelle e ha avuto la forza di ripartire dal suo dolore, trasformando la sua tragedia in un’opportunità di crescita per tanti altri bambini. Il modo migliore per ricordare Francesco, la sua voglia di vivere, giocare e divertirsi. E’ nata così l’idea di dare vita ad un’associazione sportiva, la prima a Camposampiero, che offrisse ai più piccoli la possibilità di praticare rugby.
“Mio figlio se n’è andato nell’aprile del 2007 – afferma Antonio Cavallin fondatore della società – A giugno sono partito con la prima associazione ‘Checco l’ovetto’. Ci siamo presentati alla Festa dello Sport comunale con cinque bambini”. Un piccolo gruppo che ha dato vita in pochissimo tempo ad una grande società. A settembre dello stesso anno, grazie all’aiuto di un amico esperto di rugby, l’associazione è partita con gli allenamenti in campo. A fine anno i bambini iscritti erano una ventina e dall’anno successivo sono cresciuti esponenzialmente arrivando ad accogliere oltre 160 ragazzi. Numeri importanti che hanno fatto crescere il gruppo, aperto anche ai più piccini che frequentano l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia e approdato l’anno scorso in serie C con la costituzione della 1° squadra.
Orgoglioso Cavallin per i risultati raggiunti, per lo staff che lo ha sostenuto nel progetto e per tutti i suoi atleti che in campo imparano non solo le tecniche di placcaggio ma anche e soprattutto valori, come la forza di andare avanti e di ripartire sempre, il rispetto per se stessi e per gli altri, la volontà e l’impegno di raggiungere la meta. “Ai miei ragazzi insegno ad avere il coraggio di prendere tra le mani la palla e di portarla avanti con tutto il cuore, anche sbagliando – confessa Cavallin – E’ dagli errori che si impara. Il rugby insegna questo. Si possono fare mille passi in avanti e poi trovare un avversario che ti fa arretrare di 40 o 50 metri. Qui non ci si deve arrendere. Si deve ripartire con più forza. Sempre".
I ragazzi in campo contro la violenza sulle donne
“Attraverso il rugby cerchiamo di trasmettere agli atleti valori che li aiutino a diventare uomini. Lo sport deve essere educazione prima di tutto. Se apprendono questi valori i ragazzi vincono a prescindere dal risultato ottenuto nelle competizioni”. Così Antonio Cavallin per spiegare qual è lo spirito che anima la società. “Non abbiamo obiettivi agonistici particolari – aggiunge il fondatore di Checco Camposampiero Rugby – L’obiettivo è creare reti e legami tra i ragazzi in modo che insieme siano capaci di migliorare il mondo nel quale vivono e il modo in cui loro stessi vivono nel mondo”.
Obiettivo ambizioso che viene realizzato con una serie di progetti che affiancano e supportano l’attività sportiva. L’ultimo in ordine di tempo la volontà di dare un segnale forte contro la violenza sulle donne. Il messaggio è stampato, con il riconoscibile simbolo della mano rossa, sulle magliette indossate dai rugbisti della prima squadra (chiamati i “Cavalieri del Checco”) che si sono fatti pionieri di una rivoluzionaria iniziativa: la decisione di sospendere il saluto “sessista” tradizionalmente scambiato tra gli atleti delle squadre alla fine di un match.
L’iniziativa, comunicata dal capitano della formazione camposampierese ai capitani avversari, è stata ben accolta dalle altre squadre che si sono allineate al gesto smorzando con il tempo una tradizione, sicuramente non portata avanti con intenti discriminatori, ma decisamente poco rispettosa nei confronti del gentil sesso. E per non essere da meno anche i più piccoli hanno dato il loro contributo.
Ogni anno sono loro i protagonisti del “Torneo Francesco”, manifestazione dedicata al mini-rugby che si svolge nella seconda settimana di ottobre nel parco di Villa Wollemborg a Loreggia. Un grande meeting, organizzato in ricordo di Francesco e giunto l’anno scorso alla XII edizione, che accoglie oltre mille bambini, 100 squadre di rugby e 200 partite in un giorno. “Ad ottobre non abbiamo potuto organizzare le gare a causa dell’emergenza covid – dichiara Cavallin – Abbiamo però promosso il Non Torneo Francesco e le t-shirt che di solito prepariamo per i piccoli partecipanti le abbiamo messe in vendita destinando il ricavato a Casa Viola”. Il logo sulle magliette, che cambia ad ogni edizione, riportava una sveglia, per ricordare che è ora di svegliarsi e placcare tutti insieme la violenza sulle donne. Il progetto è stato sponsorizzato in una ventina di video, diffusi sui diversi canali social, anche da tanti campioni del rugby nazionale che hanno prestato il volto a sostegno dell’iniziativa.
E sempre per le donne è in cantiere un progetto che porterà, non appena si raggiungeranno i numeri, alla costituzione di una formazione femminile.
Checco Camposampiero Rugby Asd è un’associazione sportiva che offre ai bambini, a partire dai 4-5 anni, la possibilità di imparare e praticare rugby.
Nella società sono presenti tutte le categorie, compresa la 1° squadra che milita in serie C e che è stata costituita l’anno scorso.
In attesa del completamento del completamento del campo da rugby regolamentare, ormai in dirittura d’arrivo, gli allenamenti si svolgono al Don Bosco di Camposampiero.
Facebook: checco cspiero rugby asd
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